HACK

HACKMEETING 2003


Alla scorsa edizione avevano partecipato più di 2 mila persone Torino, per un weekend capitale degli hacker Si è aperta al centro giovanile «Barrio» la sesta edizione di «Hackmeeting». Tra informatica, politica e web-anarchia

TORINO - Hacker all'ombra della Mole. Si è aperta a Torino la sesta edizione dell'«Hackmeeting», l'incontro delle comunità e delle controculture digitali del Belpaese. Un evento «anarchico, auto-organizzato e senza sponsor», come ci tengono a sottolineare i suoi ideatori, aperto a tutti «tranne alla polizia postale», come scherza un giovanotto che non vuole rivelare il suo nome. Per la scorsa edizione, a Bologna, erano giunti da tutta Italia più di duemila cyber-esperti e altrettanti sono attesi a Torino per questo fine settimana.

L'EVENTO - Fino a domenica i locali del centro giovanile «Barrio», in strada Cuorgnè 81, si trasformeranno in un laboratorio dove si parlerà d'informatica, con seminari e dibattiti: dal software libero GNU/Linux all'hacker-art, il mondo delle contaminazioni artistiche del web, passando per corsi di computer per neofiti e workshop sul diritto d'autore nell'era delle nuove tecnologie. O incontri dedicato al retrocomputing, la passione di andare a scovare i computer dei tempi che furono, dal Sinclair Zx 81 all'Amiga, per limitarci al decennio degli anni Ottanta. Ma anche politica e lezioni di «post-femminismo digitale», come quelle organizzato dal gruppo rosa delle «Sexyshock», tra provocazioni e battaglie per l'emancipazione della donna. Un universo complicato, con anime diverse, diviso tra chi vede la tecnologia come strumento di disobbedienza civile, da utilizzare per azioni «politiche», e gli hacker in senso stretto, veri e propri scienziati dei bit, a cui interessa solo il mondo della techne.

IL CUORE DEL MEETING - Tutti sono invitati a portarsi apparecchiature elettroniche di ogni sorta: trasmettitori radio, cellulari, radioscanner, schede wireless insieme con cavi, connettori, hub e switch. E naturalmente i computer. Il cuore del meeting sarà il «Lan space», una rete locale a cui ognuno potrà collegare il proprio computer per condividere conoscenze e imparare tecniche nuove di hacking. Ma chi sono gli hacker? Vietato cadere nei luoghi comuni. Non si tratta di «ragazzini pestiferi» che si divertono a sconquassare i computer altrui (quelli sono i cracker). L'hacker, quello vero, non «rompe», ma costruisce, è una persona curiosa «che non subisce la tecnologia, ma cerca di dominarla». Si legge nel manifesto di Hackmeeting 03: «Il nostro essere hacker si mostra quando ci battiamo per far cambiare quello che non ci piace, come l'informazione falsa e preconfezionata, come l'utilizzo delle tecnologie per offendere la dignità e la libertà».

Daniele Lepido

hackmeeting@kyuzz.org