Rassegna stampa
Monday, July 13, 2009
martedì 4 giugno Tutto Milano di Repubblica
http://funkyprofessor.blogspot.com/2009/06/hackmeeting-milano.html
http://marcozamperini.nova100.ilsole24ore.com/2009/06/hackmeeting-a-milano.html
http://www.kino3d.com/forum/viewtopic.php?t=7593
http://www.fsugitalia.org/wp/2009/06/milano-hackmeeting-19-20-21-giugno/
http://pollycoke.net/2009/06/08/filesharing-is-killing-music-industry/
http://it.hackmeeting.org/audio/A0043202.mp3
http://www.cicchi.info/?p=137
http://www.fsugitalia.org/wp/2009/06/milano-hackmeeting-19-20-21-giugno/
http://www.arduino.cc/cgi-bin/yabb2/YaBB.pl?num=1242489551
http://www.feedburner.it/story.php?title=Hackmeeting_2009_19-20-21_Giugno_2009_a_Milano
https://www.ihteam.net/blog/hack-meet/hackit-hackmeeting-19-20-21-giugno-2009/
http://www.operaisociali.org/formazione/85-formazione/815--hackmeeting-19-20-21-giugno-2009-milano
http://forums.gentoo.org/viewtopic-p-5767958.html?sid=fd30001979aa57f4299de6329e4516db
http://digg.com/educational/Hackmeeting_2009_19_20_21_Giugno_2009_a_Milano
http://www.fotolog.com/lukabulk3
http://vhide.info/index.php?hl=f5&q=uggc%3A%2F%2Fpnagvrer-fbpvnyr.oybtfcbg.pbz%2F2009%2F06%2Funpxzrrgvat.ugzy
http://www.gimpusers.com/forums/gimp-developer/11585-hackmeeting-milan-19-21-June-2009.html
http://www.megachip.info/
http://www.nerto.it/event/view/5685?date_select=2009-06-19
http://www.poul.org/
http://vhide.info/index.php?hl=f5&q=uggc%3A%2F%2Fuhozvyna.jbeqcerff.pbz%2F2009%2F06%2F09%2Funpxzrrgvat-09-crepur-p-r-ha-unpxre-va-btahab-qv-abv%2F
http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo
http://www.carta.org/news/65094cal/i-pirati-per-la-tecnologia-democratica/2102302
http://www.milanoweb.com/public/articoli/notizie/scienza-e-tecnologia/2489-hackmeeting-2009.asp
http://quomedia.diesis.it/news/18328/a-milano-si-radunano-gli-hacker-italiani
http://www.02blog.it/post/5310/hackmeeting-2009-i-pirati-informatici-si-incontrano-a-milano
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/internet/news/2009-06-17_117376390.html
http://massimorusso.blog.kataweb.it/cablogrammi/2009/06/18/hackmeeting-a-milano-la-fiducia-al-potere/
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_giugno_17/hackmeeting_raduno_fornace_rho_hacker_informatica-1601475647886.shtml
repubblica 18/6/09 pagine Società /Milano
http://www.formicablu.it/fmblue/index.php?id=420
Nova 18/06/09
http://www.ninjamarketing.it/2009/06/19/hackmeeting-dal-19-al-21-giugno-2009-milano-ospita-il-raduno-degli-hacker/
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_giugno_18/oliva_pirate_party_2ca22042-5c1a-11de-b8d9-00144f02aabc.shtml
http://www.cicchi.info/?p=137
http://www.milanoweb.com/public/articoli/notizie/scienza-e-tecnologia/2489-hackmeeting-2009.asp
http://www.02blog.it/post/5310/hackmeeting-2009-i-pirati-informatici-si-incontrano-a-milano
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=74837
http://news.kataweb.it/hackmeeting-a-milano-la-fiducia-al-potere-141171
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/a-congresso-i-pirati-della-rete/2042568
http://www.yalp.alice.it/bonsai/world/aa/dv-50149742.html
Hacker; cos'Ú?
Tuesday, June 16, 2009
VINCERE LA PAURA, DIVENTARE HACKER
Vincere il sentimento della paura e sradicarlo dalla nostra società. E'
questo il tema della dodicesima edizione dell'hackmeeting, il raduno
nazionale degli hacker, che si tiene a Milano dal 19 al 21 giugno. Incontri
tematici, workshop tecnici, seminari e lezioni. Tutto per un unico
obiettivo: vincere passo dopo passo la paura.
Tutto è iniziato con il software libero
L'hacker è una persona curiosa, che non si accontenta di cliccare dove è
previsto. E' una persona che pretende di sapere come è fatto un programma.
Lo apre, lo smonta, ci guarda dentro, in quello che tecnicamente si chiama
il codice sorgente. Lo modifica, ne tira fuori nuove funzionalità e lo
rimette in circolazione, modificato, perché qualcun altro possa dare il suo
contributo. Il risultato di questo processo è quello che viene definito il
software libero. Linux ne è l'esempio maggiore e più conosciuto. A garanzia
del fatto che nessuno possa appropriarsi di un lavoro collettivo c'è un
meccanismo giuridico semplice ma molto efficace: la licenza d'uso GPL,
General Public License. Che funziona così: posso utilizzare, copiare e
distribuire il programma; e posso anche modificarlo, purché il risultato
finale sia ancora rilasciato con licenza GPL. Linux è la dimostrazione che
un lavoro collettivo e senza fini di lucro può funzionare meglio di uno
privato e commerciale.
Poi è venuto il Creative Commons
Poi qualcuno ha pensato: perché limitare questo meccanismo al software?
Perché non utilizzarlo anche per libri, articoli, dischi o film? E così sono
nate le Creative Commons, licenze d'uso che permettono a chi realizza un
lavoro di rendere disponibili alcuni diritti a chi ne usufruisce, come
quello di copiarlo o di modificarlo, in modo che possa svilupparsi una
catena di modifiche, contributi, di redazione collettiva.
E poi è arrivata Wikipedia
E così qualcun altro ha pensato: ma che bella idea, si potrebbe fare persino
un'enciclopedia nello stesso modo. E così è nata Wikipedia, un'enciclopedia
a cui ciascuno può contribuire, modificando le voci su cui è competente. Il
risultato è sotto gli occhi di tutti: una eccezionale ricchezza di voci che
ha messo all'angolo le altre enciclopedie on line, ancora legate al
tradizionale meccanismo redazionale, per cui una singola persona competente
viene incaricata dalla testata di redigere una voce.
L'origine di tutto questo è il sentimento più antico dell'uomo: quello della
curiosità. Il desiderio di capire come funzionano le cose, come si possono
manipolare, alterare, trasformare per scoprire qualcosa di nuovo. Questo è
ciò che fanno gli hacker. Per questo hacker non è una categoria, è piuttosto
un'attitudine. L'attitudine hacker è il miglior antidoto alla paura. La
paura paralizza. Domina le persone, le rende impotenti, non consente loro di
pensare lucidamente. Le spinge a compiere gesti cechi, di scatto, senza
valutare le conseguenze. E quando sono tante le persone dominate dalla
paura, allora si innesca una spirale violenta, in cui la paura genera paura.
Questo sta succedendo alla nostra società. E quello che fa comunità hacker è
proporre un via d'uscita. Rimettendo al centro la curiosità, la
condivisione, il bene comune.
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storia di hackmeeting
Tuesday, June 9, 2009
1998-Firenze-CPA-sud Viene organizzato il primo hackmeeting al Cpa di Firenze. hacklab di firenze, Avana BBS, Ecn, freaknet, Decoder, Metro Olografix e la rete Cybernet decidono di fare un meeting perché quattro anni prima c'era stato un primo giro di vite contro gli hacker italiani (http://www.olografix.org/gubi/estate/itacrack.htm). Il problema era che i media iniziavano ad accorgersi che c'era il fenomeno digitale e identificavano il tentativo di capire la logica delle nuove tecnologie come fenomeno "criminali". La comunità hacker invece voleva sottolineare che il computer era uno strumento di massa, domestico e non solo tecnico-universitario o militare, di controllo o di mercato. L'informazione che su quella rete di pc passava, doveva essere libera. Radio Cybernet strimmava i seminari su web, prima webradio italiana. Da allora, la radio ci sarà praticamente ogni anno.
I tre giorni di Firenze sono quelli in cui e' nato l'impianto dell'hackmeeting attuale. Il messaggio era: usciamo dal digitale e portiamo nel reale e alla portata di tutti questioni tecniche e opportunita' di comunicazione diretta; siamo noi a dirtelo senza mediazioni ("don't hate the media, become the media" da li a qualche anno avrebbe affiancato "information wants to be free"). Quell'anno per esempio esce Kryptonite, un libro che raccoglie how-to su strumenti specifici, legati alla privacy e all'anonimato (anonimous remailer, gpg, packet radio). L'intenzione divulgativa dell'hackmeeting è chiara. All'hackmeeting partecipa tutta la scena più rappresentativa dell'underground italiano. La prima generazione di hacker che si riconosce nel termine non nel senso più comunemente attribuito dai media. Strumenti tecnici: corsi di linux per principianti e workshop sulla accessibilità delle tecnologie e dei siti.
1999-Milano-Deposito Bulk- Viene deciso collettivamente di uscire dalla dimensione dei tre giorni per darsi spazi tutto l'anno, e dare origine agli hacklab dove incontrarsi, avere un laboratorio, condividere il lavoro, divulgare tematiche. Ospite di rilievo è Wau Holland (http://en.wikipedia.org/wiki/Wau_Holland), membro storico del Chaos computer club, un hacker libertario cofondatore del CCC tedesco, che senza carta di identità arrivò in Italia in modi rocamboleschi. Connessioni internazionali vengono fatte conoscere alla comunità italiana. Strumenti tecnici: si ricorda il seminario su attaccare i protocolli di comunicazione (ip icmp tcp udp + servizi), per capire/spiegare un po' meglio come funzionano i protocolli di rete e quindi dove e perche' sono vulnerabili. Un altro tema che diventerà ricorrente negli hackmeting.
2000-Roma-Forte Prenestino- Sede di Avana BBS, primo hackmeeting organizzato con gli hacklab, diventati ormai realtà concrete. Jaromil si presenta con asciicam, costruendo le relazioni declinate in altri ambiti come la net art, aspetto artistico, giocoso e capace di critica dell'hacking. E' anche un hackmeeting dedicato ai diritti in rete, alla cooperazione sociale, all'accessibilità in rete. Molti i seminari su etica e web.
2001-Catania-Freaknet media lab-Un posto particolare, visto che era nato prima degli hacklab e già si apriva al pubblico con i bollettini meteo per i pescatori, via internet, e le tastiere in arabo per gli immigrati. E' l'hackmeeting più forte dal punto di vista del numero di ore passato sul codice. Viene presentato il progetto autistici.org/inventati.org come server autogestito che si affiancava a ecn. Viene presentato anche Bolic1, che diventerà poi Dynebolic (the media hacktivist tool). Il Freaknet propone nelle università scientifiche di catania che si adotti il software libero come software di base e all'hackmeeting viene proposto di esternderlo anche ad altre città. Passeranno per questo meeting anche quelli che poi creano il media center del G8. Vengono proposti strumenti e persone che poi si coaguleranno per dare vita a media come Indymedia. Si inzia a parlare di reddito e lavoro nella net economy. Strumenti tecnici: si tiene un seminario di reverse engineerig, ovvero modificare il comportamento di un programma senza conoscere il codice sorgente.
2002-Bologna-TPO Hackmeeting mondano. la parola mediattivismo è uscita e diffusa, Indymedia è un media consolidato, NGvision rappresenta un archivio video su web consistente, ci sono le telestreet, l'hackmeeeting diventa non più solo da hacker ma da attivismo media, e non a caso compaiono le donne. Viene Richard Stallman. Strumenti tecnici: viene presentato il Retrocomputing ovvero la passione per il recupero dell'hardware.
2003-Torino-BARRIO- Viene fatto il mitico seminario di stiraggio acrobatico e la questione genere/tecnologie viene proposta dal sexy shock di bologna, collettivo di donne, sottolineando che ci sono questioni di genere anche tra hacker e che sarebbe il caso di occuparsene. Alle aule vengono dati nomi storici dell'anarchismo. Strumenti tecnici: Honeypots, sicurezza informatica sul web sono tra gli argomenti trattati. Wireless diffuso.
2004-Genova-BURIDDA- Si apre ulteriormente l'ambito, vengono presentati seminari di robotica, ma anche sulla prostituzione. E sopratutto a partire da Reload di Milano viene lanciato il concetto di reality hacking, hacking della vita quotidiana e della politica, chiedendo agli hacklab di uscire dagli stretti ambiti nerd per entrare in quelli più allargati dell'agire politico. Strumenti tecnici: Bluetooth security uno dei seminari.
2005-Napoli-TerraTerra- Viene presentato Open non è free, il secondo libro che esce dalla comunità di hackmeeting. Visto che nella società iniziano a circolare i concetti di open source e di free software, la comunità sente la necessità di sottolineare la necessità di approcciare in maniera critica queste tematiche che sono comunque ormai assorbite anche dal mercato. Strumenti tecnici: introduzione al Phreaking, ovvero come telefonare gratis, dal fischietto di Captain Crunch al vOIP.
2006-Parma-collettivo Mario Lupo- Gli hacklab non sono più l'elemento principale di organizzazione, ma c'è una percezione più comunitaria, che permette l'occupazione di uno spazio per la durata dell'hackmeeting. L'occupazione avviene in un momento ambiguo e cosparso di sgomberi nel territorio parmense, e prende la forma politica di una TAZ, anche se c'era la speranza di fare molto di più (tenere il posto, che poi invece verrà sgomberato). Nell'ambito dei seminari si apre ulteriormente l'applicazione della filosofia hack in ambiti vari, per esempio, serpicanaro e la licenza open per la produzione materiale, bucare un sistema che non è solo informatico ma reale e di mercato. Viene presentato The darkside of google, altro libro scritto da persone della comunità su aspetti ancora (allora) poco noti di Google. Strumenti tecnici: Web Semantico e Ontologie informatiche Si discute di Copyleft e fightsharing.
2007-Pisa-Rebeldia- Rispetto all'anno precedente si recupera di nuovo sul profilo internazionale, vengono Emmanuel Goldstein, parte della scena americana storica dei phreakers e media hacktivist. Andy Muller Maghun, membro del CCC, esordisce dicendo "il CCC nasce come progetto politico", segno di come in europa sin dall'82 si considerava il potenziale politico dell'hacking come concetto, Armin Medosh, che fa una ricostruzione storica in chiave marxista dell'evoluzione tecnologica. Appaiono seminari che impongono una presa di coscienza collettiva ecologica: viene fatto il seminario hack the bread, che riporta l'accento su pratiche politiche anche a livello personale. Viene introdotto lo spazio capanne dei suchi, uno spazio diverso dal workshop, di discussione libera e lavoro in comune. Strumenti tecnici: Metodi di compromissione dell'anonimato, come difendersi. Voip Security, necessità di attenzione anche su Voip. IPSec, Meccanismi per proteggersi da attacchi basati sull'analisi statistica del traffico (Web site fingerprinting, etc ).
2008-Palermo-AsK 191- Hackmeeting importante per il luogo, l'incontro con le persone dell'ask ha prodotto un momento di autogestione in comune molto forte. conferma spirito forte comunitario, non molto aperto perchè non c'era risposta da parte del pubblico palermitano. L'impronta ecologica continua, si parla di compost, di rifiuti, di energia solare e onde radio. Sharing not exploiting: Prosumer vs. Corporation, riflessione su social network e web 2.0, ritorni economici delle corporation. Dal punto di vista dell'immaginario compare il workshop sullo steampunk, il dopo cyberpunk. Strumenti tecnici: Web semantico, come approccio al web 3.0
Estratto da "http://hackmeeting.org/_wiki/index.php?title=Storia_a_puntate"
intervento in radio
Tuesday, June 9, 2009
partecipazione di putro e bombo a L'altro lato di radio2 domenica 6 giugno per pubblicizzare hackmeeting e parlare degli hacker alle massaie. :)
qui la puntata.
comunicato stampa e programma
Monday, June 8, 2009
Controculture digitali, economie senza capitali, espressione contro repressione
Hackmeeting - 19-20-21 giugno 2009 – Milano
sos fornace, via San Martino 20-Rho
Warm up – dal 9 al 18 giugno 2009 – Milano, poli universitari
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Smanettoni, nerd, tecnofili, cyber activist, inventori, geek, creatori, manipolatori e soprattutto hacker! Tenetevi pronti!
Quest'anno Hackmeeting, l'incontro annuale degli hacker italiani si tiene a Milano. E per l'occasione, si apre, si allarga, cambia dimensione, si spinge, come ci si aspetta dai pirati, ad estendere i propri territori oltre agli orizzonti concessi
Giunto alla dodicesima edizione, nel suo percorso ha coinvolto tutte le realtà della penisola (ogni anno si è tenuto in una città diversa, da Palermo a Torino), con l'obiettivo di affascinare quanti vedono la tecnologia con occhio curioso e giocoso. Ma non solo. Hackmeeting infatti si inotlra anche in campi che vanno oltre l'informatica, per arrivare alla sociologia, psicologia, arte, ecologia, cucina....
Quest'anno, per la prima volta, Hackmeeting si sdoppia e si moltiplica in un Warm up e in un meeting vero e proprio, per affascinare anche chi, fino a quel momento, credeva di essere lontano mille miglia, eppure ha scaricato qualche canzone, dato un'occhiata all'ultimo film, cercato di collegarsi alla rete wireless del vicino, ma anche ripristinato da solo il sistema operativo che continuava a collassare.
Durante il Warm up (9-18 giugno) Hackmeeting entra nelle università per far innamorare ricercatori, filosofi e poeti, perché la cultura hacker non ha saputo limitarsi alla scheda, al chip, al cavo coassiale, ma si è spinta a pretendere di superare i limiti, quelli imposti dal mercato, dal controllo, dalla sicurezza, dal tentativo di rendere tutto uniforme, dalle costrizioni che uccidono l'evoluzione del pensiero.
Torna poi nel meeting vero e proprio (19-21 giugno) alla Fornace occupata di Rho, per coltivare le proprie radici, le uniche che possano generare nuovi tentacoli e abbracciare il futuro.
In pratica
* Warm up: in tutti i poli universitari milanesi (Brera, Fisica, Bovisa, Bicocca, Scienze politiche, più un evento in Cascina Torchiera), dal 9 al 18 giugno, conferenze aperte a tutti, organizzate con docenti, esperti, attivisti sui temi cari all'etica e alla cultura hacker: storia dell'hacking e della net art, open source, paura, sicurezza e controllo, open design e animazione, peer to peer economy. ecohacking, performance artistiche.
* Hackmeeting vero e proprio, presso l'Sos Fornace di Rho, via San Martino 20 (sosfornace.org) dal 19 al 21 giugno: tre giorni di workshop, lan space, sharing di idee, file e hardware, seminari, incontri, laboratori, su software libero, codice, libertà della rete, peer to peer.
Per il programma dettagliato vedi sotto, oppure: http://hackmeeting.org
---------Contatto stampa: Teresa Bernini- --giornalisti@anche.no---320 8178535
---------sono disponibili testi, storie, articoli, foto, loghi
-------------------------------------------------PROGRAMMA IN DETTAGLIO--------------------------------------------------------------------
WARM UP-dal 9 al 18 giugno 2009
Hack tales
9 giugno- Accademia di belle arti di Brera-aula Napoleonica (aula magna)
Via Brera, 28-Milano-dalle 14 alle 17
Storia dell'hacking e del networking (con collegamenti all'hacktivism e artivism) come pratica artistica e hacker, con Antonio Caronia, Tatiana Bazzichelli, Putro.
Open source
11 giugno-Politecnico di Milano-piazza Leonardo-Milano dalle 17
Open source, free software: una introduzione (it is not like free beer but like free speech
Dal cyberpunk al postcyberpunk
11 giugno ore 21.30 libreria ShaKe, viale Bligny 42
"Dal cyberpunk al postcyberpunk italiano", incontro con due autori ai margini (opposti?) del cyberpunk, con Elisabetta Vernier (Clipart, uscito in Odissea in aprile) e Dario Tonani (Infect@, Algoritmo bianco, in Urania). A cura di Delos / Fantascienza.it & Gomma.
Proiezione di video storici sul CP.
L'incontro verrà virtualizzato in contemporanea su Second Life sull'isola di Decoder a cura di Juliet Calvin.
Paura anche no
12 giugno- facoltà di sociologia, Polo universitario Bicocca-edificio U7, in via Bicocca degli Arcimboldi 8-Milano-dalle 16 alle 19.30
Il babau, il gioco della paura e i meccanismi di sicurezza, con Massimiliano Guareschi-agenzia X, Marcello Maneri, docente di sociologia, che parlerà di percezione della sicurezza, politiche della paura, Marco Capovilla, che mostrerà le carte in gioco: linguaggio dei media fotografico e non solo, presentazione della campagna paura anche.no.
Al termine aperitivo da paura.
Open design
15-16-17 giugno-Politecnico di Milano-facoltà del design, Polo universitario Bovisa- - Via Durando 38/A-Milano-dalle 10 in poi, per tutto il giorno
15-16 giugno-Open Hardware- workshop, riflessioni, testi, esperimenti tra l'orizzonte dell'opensource e la pratica del design con Massimo Banzi e la piattaforma Arduino (http://www.arduino.cc/it/).
17 giugno-Open modelling, 3d & Blender, modellazione, rendering, animazione con la community di kino3D, Gianluca Faletti, Mario Ambrogetti, Davide Vercelli e Francesco Paglia di SparkDE.
Ecohacking
17 giugno-Cascina Torchiera senz'acqua-piazzale cimitero maggiore 18-Milano-dalle 17 fino a tarda notte
Pratiche wired di ecologia: come costruire un pannello solare, riciclo e riuso, ciclofficine riunite, la pratica degli orti urbani con le diverse realtà milanesi, la paura della notte e la natura in città.
Dopo la crisi, Open Economy?
18 giugno-facoltà si Scienze Politiche, via Conservatorio 7-Milano-dalle 14 alle 19
Open non vuol più dire solo Open Source Software (anche se rimane una dimensione importante), ma anche Open Hardware, Open Agriculture, Open Ecology, Open design e perche no, Open Money. Un incontro presentato da Adam Ardvisson, docente di sociologia della globalizzazione, con la partecipazione di Magnus Erikson, Pirat Bureau, Davide Biolghini dei DES-distretti di economia solidale, Stefano Zacchiroli del sistema operativo Debian (http://www.debian.org/), Nicolai Peitersen, The Ethical Economy Ltd., London "Open Business and Sustainability: Can it Work?" (in inglese).
Al termne, aperitivo open bio
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HACKMEETING-presso Sos Fornace di Rho, via San Martino 20-Rho (Milano)
Tre giorni senza sosta di lan space, file sharing, dibattiti e workshop, non facilmente riassumibili, perché in costante evoluzione.
Quest'anno, oltre ai tradizionali incontri su linux, e altri programmi base, verranno dedicati workshop all''nterazione uomo macchina, sesso, genere e web, sorveglianza e autodifesa, informazione, paura, sicurezza, controllo, trasformazione e nuove frontiere del lavoro IT, Open business ed economie etiche, strumenti di archiviazione, streaming, interpretazioni e modifiche dei kernel. Stream audio degli interventi della tre giorni in Decoder Island su Second Life. Uno spazio verrà interamente dedicato a Open movies: video scelti tra i titoli che riguardano i temi più vicini alla cultura hacker, alcuni seminari saranno rivolti ai teen ager , e ci sarà ovviamente anche un angolo per i piccolissimi, per permettere a mamme e papà di non doversi sentire solo giovani.
I seminari si alterneranno con teatrini elettrici, hack challenge, giochi, proiezioni di immagini e tutto quello che contribuisce alla net art.
Hackmeeting note
Thursday, June 4, 2009
Hacker: un pirata, un volgare truffatore, una persona pericolosa, capace di sovvertire un sistema che invece serve a garantire sicurezza. Così lo hanno presentato gli “esperti”, e così abbiamo imparato a conoscerlo nel corso degli anni, da quando i computer sono usciti dai circuiti delle università e dei militari, per diventare l’oggetto più utilizzato nella nostra vita, un compagno di lavoro e di svago, un elemento di cui non riusciamo più fare a meno.
All'inizio, in realtà, hacker era colui che, come racconta meravigliosamente Levy nell'omonimo, importantissimo libro (S. Levy, Hackers, Shake Edizioni, 1997), nelle università e/o nei gruppi di hobbisti costruiva cose "inutili" - il monitor, la tastiera; l'uso della macchina per fare musica, il puntatore; e poi il software libero e un ambiente unix libero. Il computer domestico era quallo fabbricato in casa, assemblando pezzi recperati da altre macchine. Il pc vero è proprio è arrivato dopo, quando le compagnie commerciali si sono appropriate dell'idea e l'hanno venduta a tutti, ma chiusa, da un marchio di proprietà. E allora gli hackers si sono messi a lavorare perché quello che prima era di tutti tornasse di tutti.
Prima gli hackers non li conosceva nessuno, anche se erano in giro almeno dagli anni '60; poi sono diventati i nuovi pirati. Ma in questi anni siamo anche diventati noi stessi tutti un po’ pirati, dunque hacker. Scaricando qualche canzone, vedendo un film non proprio nelle sale cinematografiche, cercando di vedere se era possibile collegarsi alla rete wireless del vicino, ma anche cercando di ripristinare il sistema operativo quando era andato in crash, magari per installare il più stabile GNU/Linux, e risparmiando sul tecnico per risolvere da soli un banale problema di connessione alla rete domestica. In questi momenti molti hanno sperimentato un approccio un po’ diverso con la macchina, un fare più consapevole. Gli hackers, non quelli dipinti dai media, stavano aspettando proprio questo momento. Loro in realtà hanno sempre tenuto sotto osservazione l’impatto delle tecnologie, chi le gestisce e le controlla, come cambiano i comportamenti in rete, e soprattutto quali strumenti ha a disposizione la gente per inventare usi diversi da quelli previsti e trasformare uno strumento che potrebbe servire solo a consumare di più, in una macchina creativa e autonoma. Gli hackers hanno sempre avuto anche un modello di produzione un po’ particolare: quello dello scambio e della condivisione. Che contrapponevano a quello commerciale. Parole come open source, free software e p2p, che ora conoscono anche i ragazzini, fanno parte in realtà di un approccio completamente diverso da quelli previsti dal mercato. Un approccio che hanno saputo allargare al di fuori dei confini del software, scoprendo che potrebbe essere soluzioni per il futuro, oltre la crisi economica. Questi tipi di hackers si danno appuntamento dal 1998, una volta all'anno, in diverse città italiane. Il risultato è un meeting apparentemente caotico e poco facilmente comprensibile. Ma come la teoria matematica del caos prevede, a volte proprio l'apparente confusione permette di esplorare nuovi confini, che spingono all'uso del computer come strumento attivo, non come macchina da subire. E che fanno scoprire nuove declinazioni in settori che possono essere anche mille miglia lontani dal computer.
Quest’anno l’Hackmeeting, verrà introdotto per la prima volta da un Warm up, un periodo di pre meeting che si svolgerà nei dieci giorni precedenti all’evento. Milano è una città particolare. Che sta perdendo la sua cultura a favore di una imprenditoria che ragiona solo su incassi e incremento degli interessi. Che ha chiuso, o vorrebbe chiudere, tutti gli spazi sociali ed esperienze autogestite. Per questo motivo Hackmeeting ha deciso di proporre ai milanesi una serie di incontri che si terranno in alcuni poli universitari (Scienze politiche,università Bicocca, università Bovisa) sui temi principali ai quali verrà dedicato l’hackmeeting quest’anno (vedi sotto). Parallelamente verranno organizzati eventi spettacolo per le strade, punti wireless per giocare (per esempio con i giochi di Molle industria), o sfide pubbliche a chi apre per primo uno standard di sicurezza.
L’hackmeeting vero e proprio invece avrà, come sempre, una Lan space, uno spazio caotico, che brulica di attività 24 ore su 24 per tre giorni di fila, dove le persone si affiancano con i loro computer per scambiare bit e competenze, e numerosi workshop. Ci saranno quelli cari alla tradizione degli Hackmeeting sui sistemi di controllo della rete, discussioni sui kernel linux, sul reverse engineering, e sullo streaming audio, ma anche analisi della sessualita' sul web, seminari sulle condizioni di chi lavora al computer e sui modelli economici del software libero. Ci sarà anche una parte dedicata ai film liberi (in licenza creative commons) con la proiezione continuata di video selezionati. Trasversale all’hackmeeting sarà Teen hacking: per la prima volta quest’anno l’incontro si apre anche ai più giovani, dai dieci anni in poi, per permettere di usare il computer in modo consapevole, e non solo come macchina passiva, fin da piccoli. Alcuni incontri dunque verranno esposti in modo che anche i teen agers (ma anche i neofiti) possano capire.
Hackmeeting e Warm up propongono quest’anno tre temi principali di riflessione:
1) il peer to peer nelle sue possibili declinazioni. Tutti oggi conosciamo il significato della parola peer to peer grazie alla diffusione del file sharing di musica, film, libri. Peer to peer è molto di più: ogni elemento è indipendente, e puo relazionarsi, cambiare, trovarsi con altri simili senza la necessità di intermediari ma vivendo della partecipazione e dello scambio. Peer to peer quindi nel senso di creazione di comunità e di economie, dove però non è la monetarizzazione l'elemento aggregante, ma la motivazione e la volontà di realizzare progetti. Il Peer to Peer può essere dunque usato come base di una struttura di rete che ci permette di difenderci in modo piu' consistente dalla censura e dal controllo, ma anche da un’economia che si bassa su parametri che non possiamo controllare. Il peer to peer può essere visto come struttura di rete resistente agli attacchi. Dunque anche come soluzione di una crisi economica che appare sempre di più essere di “sistema” e non di periodo.
2) L'Information Technology e la trasformazione del mondo, delle responsabilità, del lavoro. L'informazione e la cultura sono diventate merce, a spese sia dei consumatori che dei lavoratori della conoscenza, che stanno precipitando in una condizione di debolezza e di ricatto occupazionale. Precarietà e controllo sono diventate funzionali. Le comunità fondate sullo sviluppo condiviso e incrementale del sapere hanno però in questi anni segnato un passo in avanti nella storia della produzione sociale dell'innovazione. Dimostrando che altri modelli esistono e possono in futuro garantire altre evoluzioni.
3) Nella società del controllo e dello spettacolo precotto, era indispensabile anche una riflessione e delle analisi tecniche sul fenomeno della paura e del terrore. La nostra società non sa più fare a meno della paura, un utile acceleratore di meccanismi decisionali, un grimaldello capace di far leva sulla nostra emotività. La paura è il collante di un mondo schizoide, nel quale la normalità si incarna nell'emergenza, intesa come rumore di fondo della nostra quotidianità. I gruppi di potere politici ed economici ci cullano e ci strigliano. Pacati e spensierati consumatori di fronte alla crisi economica, oppure spaventati e rancorosi, chiusi nelle proprie case ad invocare, mendicare piu' sicurezza. La paura delinea modelli diversi, in apparente contrasto tra loro. E la paura, in mano a chi tiene le redini dell'informazione può agire in modo molto sottile. Siamo sommersi di messaggi discordanti, tesi a risvegliare il mostro, messaggi rivolti all’ombra che portiamo dentro per sovraeccitarla, sconvolgerla, renderla ansiosa, angosciata, paurosa di tutto oppure rancorosa, sprezzante quando torna utile. Non esistono soluzioni semplici al problema, non si sfugge a questo meccanismo, bisogna assumerlo e guardarlo in faccia. Alla paura si risponde col coraggio. Il coraggio di manifestare un pensiero critico, di sviscerare gli ingranaggi alla base di questa costruzione di carte, che vorrebbe imporsi come l'unica realta' desiderabile. La capacità di leggere quanto accade intorno a noi oltre la costruzione dei media e delle fascinazioni e spauracchi costruiti ad hoc, è una parte importante dell'attitudine hacker.
L’incontro a Scienze politiche che si terrà il 18 giugno, sarà dedicato alla p2p ecomony. Vedrà la partecipazione di Adam Ardvisson, autore di The ethical economy, Magnus Eriksson del Pirate Byran, dei Distretti di economia solidale di Milano, delle monete alternative, In Bicocca ci sarà una presentazione di Marcello Maneri del dipartimento di sociologia e ricerca sociale sulla paura indotta dai media. In Bovisa ci sarà un incontro su grafica e open design, per sottolineare un modo di progettare la città antitetico a quello dell’Expo.
A questi incontri si affiancherà l'iniziativa Ecohacking che si terrà in Torchiera senz'acqua, un incontro dedicato a orti urbani, pannelli solari autoprodotti, concimi organizi e rifiuti.L'ecologia è un tema caro agli hackers per le profonde connessioni che esistono tra le strutture degli ecosistemi e delle reti dei computer. Non solo. Chi pratica l'ecologismo e chi apre un computer condivide lo stesso desiderio di affrontare il mondo a partire dagli elementi che formano la base della piramide della produzione, preferendolo a tutto ciò che invece viene elaborato da strutture secondarie che sono energivore e divoratrici di economie.