Tecniche di autodifesa digitale, nuove piattaforme social aperte e trasparenti, sistemi operativi di comunità. E ancora: semantica computazionale, costruzione di antenne radio UHF, tecniche di buffer overflow, autocostruzione di telefonini, saldature ad elettrodo. Sono alcuni dei temi al centro dell’Hackmeeting, il raduno annuale di hacker che giunge nel 2020 alla sua ventitreesima edizione e che si svolge quest’anno a Roma, al CSOA Forte Prenestino, dal 10 al 13 settembre.
Un festival (il programma è disponibile su it.hackmeeting.org) dell’insegnamento reciproco, dello scambio gratuito e libero, tra stampanti 3D, circuiti elettrici, videoproiettori, schemi sulle vulnerabilità della rete e confronti su cyborg, potere e biopolitica. Obiettivo: riportare la tecnologia sotto il controllo delle persone in un mondo in cui sta succedendo il contrario. “La rete - spiega Zeus, il portavoce virtuale dell’Hackmeeting - è diventata come ormai sappiamo tutti un immenso strumento di controllo e di consumo. Grandi multinazionali che possono ricostruire ogni tuo spostamento minuto per minuto, datori di lavoro che possono rintracciarti in ogni momento e a cui devi rendere conto del tuo tempo, piattaforme che catalogano e pesano ogni dettaglio delle tue abitudini, dei tuoi interessi, delle tue relazioni sociali”.
Perciò «l’Hackmeeting - sottolinea - è una realtà indispensabile oggi, perché ci aiuta a capire come funziona la tecnologia, per imparare a controllarla e a non esserne controllati. Lo fa senza professori né fiere, ma con la condivisione dei saperi e ridando importanza al gratuito”. Insomma “nel suo essere un misto tra un campeggio, una conferenza, un dibattito permanente e una festa, l’Hackmeeting permette di rallentare e di fare il punto su questioni rilevanti, che investono sempre di più la nostra vita».
Rispetto alle precedenti edizioni, quest’anno è stata predisposta una serie di misure igieniche anticovid, in modo da permettere una partecipazione al meeting il più possibile sicura. Tutto avverrà all’aperto: i seminari, l’area computer, le docce. Si tratta di spazi aperti ma in gran parte coperti, con coperture molto alte che non creano problemi al passaggio d’aria. Nel centro sociale si troveranno dispenser di igienizzante in molti punti. I WC chimici avranno di fianco un lavello per potersi lavare le mani. Mentre il materiale per la pulizia dei bagni sarà sempre disponibile in modo che, oltre ai previsti turni di pulizia, tutti possano contribuire ad igienizzarli dopo ogni uso.